QUELLA NOTTE CHE LA NOTTE NON VENNE

Compagnia Schegge di Cotone - Il Moderno - Ersilio M.

Quella notte che la notte non venne è la storia di due sorelline: Margherita e la piccola Viola.
Come tutte le sorelle, pur volendosi un bene dell'anima, passano le giornate a bisticciare. Margherita si sente grande, non vuole assecondare quelli che ritiene gli stupidi giochi di bimba della sorellina minore, i suoi scherzi, le sue fantasie. Ma Viola non sta giocando: da un po' di tempo le cose, alcune cose, scompaiono, e lei sembra l'unica ad accorgersene. Come spiegare agli altri quello che sta accadendo se insieme agli oggetti spariscono anche i loro nomi e i ricordi associati a essi?
Un mattina Margherita si sveglia da sola nella sua cameretta: sente che manca qualcosa, ma non ricorda cosa; nella cameretta trova anche un album pieno di strani disegni, sui quali è scritto un nome con la grafia tremolante di una bambina che sta appena imparando a scrivere: Viola. Lei non sa chi sia e neanche i suoi genitori, ma intuisce che qualcosa non va. Cosa vuol dire quel nome? Chi è Viola? Che cosa è accaduto durante la notte? Continua ad avere la sensazione che qualcosa le sfugga e, se non si concentra, la perderà per sempre.
Decide così di non volersi più addormentare e la notte successiva, mentre combatte contro il sonno, succede l’inaspettato. I disegni prendono vita e Margherita si trova catapultata in un carosello di mondi immaginari, popolati dai personaggi inventati e colorati da Viola: una terribile maestra d’asilo, un orsacchiotto gigante, una bambina antipatica che le somiglia tantissimo e tanti altri. Ognuno parla una propria lingua particolare in cui le normali regole grammaticali sembrano spesso capovolte o disattese: alcuni di loro sembrano aver dimenticato l’esistenza di alcune lettere dell’alfabeto, altri utilizzano onomatopee, nonsense e parole macedonia mescolate in discorsi nonsense che pure in qualche modo risultano comprensibili. Ogni mondo è un viaggio in una delle infinite possibilità della lingua: acrostici, tautogrammi, grammelot, rumori e musica, filastrocche in rima. Margherita deve affrontarli e decifrarli, per capire qual è il legame profondo che lega i disegni, le cose e le parole che li rappresentano: riuscirà ad arrivare alla fine del viaggio, a ricordarsi della sorellina Viola e a riportarla indietro?

Perché facciamo questo spettacolo
Questo spettacolo nasce dall'idea che non esistono cose che non hanno un nome.
Da sempre l’uomo ha provato a raccontare se stesso e per farlo ha arricchito il suo bagaglio di parole per poter ampliare le possibilità della descrizione. Tuttavia ribaltando la prospettiva: quando perdiamo un nome, quando dimentichiamo un pezzo della nostra lingua, insieme a una parte della sua complessità perdiamo anche una parte della complessità del nostro mondo. Una lingua piatta, povera, è anche lo specchio di un mondo misero, uniforme e banale. Insieme alle parole cominciamo a perdere l'attenzione per una realtà ricca di mille sfumature: tutto inizia ad assomigliarsi, tutto diventa pian piano uguale per poter essere descritto con le solite duecento parole.
Ecco che allora prendersi cura della nostra lingua diventa un modo per resistere alla banalità. A nostro avviso è il primo passo per cominciare a immaginare un mondo più bello.

DETTAGLI

testo

Emanuele Di Giacomo

con

Ottavia Leoni e Chiara Lombardo

scenografia

Socrates Lab

disegni

Chiara Nardi

costumi

Eva Seeber

organizzazione

Erika Morbelli

produzione

Associazione Ersilio M., Teatro Il Moderno, Associazione Schegge di Cotone

un ringraziamento particolare a

Federica Danova, Claudia Faraone, Emiliano Simonelli, Laura Trabucco

Residenza

Teatro Il Moderno Agliana

DATE
domenica 04 dicembre Ore 16:30
BIGLIETTI
Adulti 10,00 €
Famiglia (2 genitori + 1 o più figli) 20,00 €
Bambini fino a 12 anni 5,00 €
I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi. Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra.